Non
so se vi siete mai chiesti da dove vengono i sogni. Chi o cosa li genera Cosa
rappresentano , che significato , ma soprattutto......di che pasta saranno fatti.?
Vi
siete mai domandati che tipo di mondo è quello rappresentato nei sogni? Chi diavolo li governa? Chi decide che quel
mattino dobbiamo proprio ricordare quel preciso sogno?
Non
c’è nessun dubbio che il sogno appartiene ad un tipo di realtà diversa rispetto
a quella che viviamo da svegli. Non
fosse altro perché nel sogno accadono cose che nella realtà diurna sarebbero
impossibili.
Io
me lo sono chiesto molte volte, senza trovare mai una risposta certa. Però li
ho sempre associati a quelle caramelle morbide alla frutta di cui , ora non ne
ricordo il nome. Una caramella associata ad un sogno ?
“Il
mio crazy dream mi sta contagiando.”
E
ora sto divagando un po’ troppo. Perché quello che volevo semplicemente dire è
che il sogno che sto per raccontare , non appartiene a quel genere di sogni fatti nel buio della notte nel proprio
letto o in una camera d’albergo di non so quale posto sperduto del mondo.
Questo è un sogno nato all'interno di una
cuffia. Una piccola cuffietta di quelle dei primi walkman.
Si
è rintanato all'interno dei miei padiglioni auricolari e da li non è più
uscito. E’ stato li nascosto ed ogni qualvolta che quel walkman prima/i pod
dopo , cantava quel disco ( Welcome Here Kind Stranger) ..si rimetteva in moto qualcosa. Non
so cosa. Ma era come se la giostra incominciasse vorticosamente a girare senza
vedere alcun filo elettrico attaccato ad una presa.
Era
il 1979 , quando Paul Brady, ha dato il benvenuto ad uno sconosciuto che si è
avvicinato alla sua musica. E da allora che quel “Crazy Dream ” aspetta di
essere appagato. Non ho avuto fretta. Pazientemente l’ho tenuto nascosto nei
meandri dei miei padiglioni auricolari e li è rimasto dormiente.
Le
vicissitudini della vita , purtroppo non vanno di pari passo con i nostri desideri, tanto che quel sogno , in quel
cassettino del cervello , c’è rimasto chiuso per oltre 35 anni.
Finché non si è presentata l’occasione propizia : Alcuni mesi fa' , il mio amico
Francesco , mi propone il viaggio a Londra.
Io decido il mese. Maggio ( 25° del mio matrimonio). Ed il fine settimana . Dal 15 al 18. Il 16 perché la mia amica Londinese
Maria compie 50 anni , e il 17
, perché c’era il concerto che aspettavo
da sempre. Paul Brady all’Union Chapel. Fine settimana perfetto. Tante coincidenze
insieme non possono non fare un gran fine settimana.
Si
compra il biglietto d’aereo. Si prenota l’albergo ed infine si comprano i
biglietti del concerto. Loro partono da Venezia noi da Milano . Incontro a
Baker Street. Si vuole tenere segreto il nostro piano ad Antonella e Tamara. Ma
come al solito non sapendo tenere segreti di questa grandezza , sono stato
subito scoperto.
Nella
mia stanza avevo già fatto tutti i miei piani. Oltre al mio grande crazy dream
, c’era qualche altro sogno da realizzare:
· Sedersi su una panchina a Soho
Square. Non una qualunque ma quella con la targhetta in memoria di Kirsty Mc
Coll.
· Attraversare le strisce pedonali difronte
gli Abbey Road Studios.
· Andare per mercatini e riuscire a
trovare qualche rarità in vinile.
· Bere una bella pinta in uno dei pub
londinesi del centro.
Insomma
“assaggiare” in un fine settimana tutto quel mondo che mi sono creato sin da
ragazzo al chiuso della mia stanza.
Quattro
lunghi mesi ad aspettare il giorno della partenza. Finché questa, è arrivata.
Si
parte in ritardo. Incominciano a saltare da subito tutti i piani perfetti che
mi ero fatto. Ma in tutti i piani perfetti , lo so , c’è sempre una crepa. Si arriva in
centro Londra con quasi due ore più tardi previsto. I
miei amici stavano li ad aspettarci già da un pezzo. Nei loro abbracci si
stempera tutto. L’incazzatura si scioglie come un ghiacciolo appeso al posto di
un kebab. Ero contento di “Vederci Insieme” . Più contento , di aver fatto loro
conoscere la mia amica londinese.
Si
cena a casa sua. Poi in albergo….domani sarà una lunga giornata.
Ricca
colazione inglese e si parte . Il tempo ci grazia. Insolite giornate calde, per
il clima instabile Londinese. Si incomincia a visitare i grandi monumenti . Poco
dopo mezzogiorno , si entra in una Soho Square strapiena di persone che
consumano il loro pranzo. Sono dappertutto. Prati e panchine strapiene. C’è ne
sono tantissime ma io ne cerco solo una. Finché alla fine la trovo. Era
Occupata ai lati , ma al centro spiccava la targhetta dorata che cercavo. Mi
fermo. La fotografo. Mi siedo e penso alla sfortunata Kirsty……
Si
ricomincia a camminare. Si mangia qualcosa da un cugino della mia amica. Al
tavolo , si parla. Provo ad estraniarmi come a volte faccio per fotografare
meglio il momento. A volte ci sono certe cose che sono in grado di fissare alla
perfezione. Lo faccio per riuscire a capire nel miglior modo possibile lo
stato d’animo delle persone che mi
stanno accanto. In quello strano momento mi sentivo pervaso da un sentimento di
rara bellezza, perché vedevo i miei amici
, piacersi e sorridere. Vedevo la loro giovinezza interna venir fuori , sfrontata
e piena di energia , quella che ti fa' somigliare ad un sole con i raggi che ti
esplodono dentro e poi ….non importa cosa ne viene fuori.
..Bisogna
proteggere le buone amicizie . Loro sono come i fiori e richiedono condizioni
metereologiche tranquille per diventare robuste in modo da evitare il rischio
di essere sdradicate al primo forte vento. Queste si consolidano nel tempo.
Soprattutto quando si riesce a confessare e condividere gli aspetti meno
brillanti della propria personalità. E anche quando , parlando , si riesce a
ridere , come hanno fatto loro , di un
altro mio sogno , finito nel peggiore dei modi.
Ecco, dovessi decidere il momento più bello della mia vacanza a Londra.
Sceglierei quello. Nonostante il mio sogno che frulla dal 79. Sceglierei
quello.
Il
pomeriggio , c’era da attraversare le famose strisce.
La
serata continua con una bella pinta in un pub in centro e finisce in un ristorante cinese . Al rientro
in albergo , ero felicissimo di aver esaudito tre dei miei sogni. Me ne mancavano
ancora due . Ma per quello dovevo attendere ancora qualche ora.
L’indomani
, giornata mercatini. Portobello prima. Camden Market , all'ora di pranzo. Fish
& Chips , obbligatorio. Con il mio amico Francesco, passiamo un po’ di
tempo in una bancarella di vecchio vinile. Ma non c’era nulla che io non avessi
già. Naturalmente di quello che mi piaceva. Un disco però lo trovai , uno di quelli mancanti della collezione di
Dave Swarbrick. Francesco vuole farmi un regalo ed io ricambio con un bel
boccale di birra. Si rientra in albergo per una doccia e prepararsi per il
grande incontro.
Si
arriva alla Union Chapel , un po’ presto. Si ammazza il tempo , bevendo un
caffè e mangiando muffins. Poi troviamo la fila . Ordinatissima. E penso alle
lunghe disordinate file Italiane. Entro in un piccolo tempio della musica
acustica a Londra in punta di piedi. E
Questo quello che mi si presenta……
Si
aspetta. Alcuni discutono per posti occupati abusivamente nelle prime file. Poi
alla fine riescono a mettersi d’accordo.
Incomincia Lisbee Stainton . Una
gradevolissima sorpresa.
Poi sale sul palco il grande Paul.
Quasi
mi tremano le gambe. Scherza e la gente ride di gusto . Un vero peccato non
sapere bene l’inglese. Capito poco ma riso insieme a lui , di riflesso. Tutto
in acustico. Un solo microfono lontano dal suo viso amplificava la sala. Acustica
perfetta. Voce da brividi.
Incomincia
con pezzi del nuovo disco. Poi alcuni suoi classici. Finche non arriva The Island. Sentita milioni di volte. Lui , il piano e il buio che
pervade la chiesa. Sembrava di stare in paradiso. Poi riprende il suo
repertorio abituale. E tutto scorre in maniera cosi naturale e confidenziale ,
tanto che sembra stia suonando nel salone di casa mia. Io che gli offro il
caffè mentre lui chiede di mangiare gli spaghetti….(!)
Sale
sul palco Lisbee e cantano insieme Wheel of Heartbreak. Fantastici. Fino alla botta finale. Lakes on Pontchartrain. Esco sensibilmente emozionato. All'uscita conosco Lisbee e
compro i suoi dischi. Faccio per uscire ma rientro immediatamente . Avevo dimenticato di farmeli autografare….
Si
rientra in albergo fra sirene di polizia e bottiglie di birra ovunque per via
dei tifosi dell’Arsenal. Avevano vinto la coppa d’Inghilterra. Beati loro. E fra milioni di lattine e bottiglie di
birra sparse per le strade , finisce
questa serata e il compimento del mio "Crazy Dream".
Il
giorno dopo , si gira un po’ in centro. Incontro mia nipote , anche lei in
vacanza . Si mangia in un ristorante Brasiliano e ci si avvia mestamente verso il
treno che ci porta all'aeroporto.
Ancora una volta l’aereo per Milano è in
ritardo.
Ci
avviamo verso la notte , lasciandoci dietro il chiaro del nord.
E li
…fra queste immense nuvole ovattate che ho lasciato il mio “Crazy Dream comes
true ”.
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