L’anno scolastico stava
finendo e la voglia di andarmene anche. L’occasione si presentò una settimana
prima di finire la scuola. Il mio professore mi disse se volevo andare a
lavorare a Napoli. Cercavano un aiuto cuoco in uno dei più belli alberghi di
Napoli. Non ci pensai due volte. Senza neanche consultare i miei genitori,
dissi subito di “si”. Feci il biglietto del treno e solo due giorni prima di
partire lo dissi ai miei genitori. La sorpresa fu per loro come un’autentica
mazzata. Rifiuti e parole grosse volarono quel giorno. Alla fine la spuntai. Mi
ritrovai a 16 anni non ancora compiuti, solo in un treno strapieno. Solo nell’atrio
della Stazione di Napoli. Solo nel vagone della metropolitana che mi portava a
Mergellina. Solo nella funicolare che mi portava a Posillipo. Quando scesi
dalla funicolare e andai verso l’albergo un panorama mozzafiato mi si presenta
davanti. La bellezza di quel posto mi aveva accecato. Quando entrai in Albergo
e chiesi di Ugo, lo chef di cucina che mi aveva voluto, tremavo. Mi vollero subito
bene come un figlio e mi affibbiarono subito il nome abbreviato. Per tutti ero
diventato “Ciccio”. Ricordo bene il primo brano che ascoltai alla radio posta
sul davanzale della cucina. Una nuova vita stava iniziando.
Ricordi N° 62 Edoardo
Bennato - Un giorno credi ( I buoni e i cattivi 1974)
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