lunedì 22 aprile 2013


Dischi da portare sull'isola deserta 1

Jackson Browne, Late for the sky (1974)

“Now the words had all been spoken and somehow the feeling still wasn’t right
and still we continued on through the night tracing our steps from the beginning
until they vanished into the air trying to understand
how our lives has lead us there
Looking hard into your eyes there was nobody I’d ever known
such an empty surprise to feel so alone
Now for me some words come easy but I know that they don’t mean that much
compared with the things that are said when lovers touch
You never knew what I loved in you
I don’t know what you loved in me maybe the picture of somebody
you were hoping I might be
Awake again I can’t pretend and I know I’m alone and close to the end
of the feeling we’ve known
How long have I been sleeping how long have I been drifting
alone through the night how long have I’ve dreaming
I could make it right if I closed my eyes
and tried with all my might to be the one you need
Awake again I can’t pretend and I know I’m alone and close to the end
of the feeling we’ve known
How long I’ve been sleeping how long have I been drifting
alone through the night how long have I been running
for that morning flight through the whispered promises
and the changing light in the bed where we both lie
late for the sky”.

In ritardo per il cielo
“Adesso le parole sono state dette tutte e per un motivo o per l’altro
la sensazione non era ancora quella giusta eppure abbiamo continuato per tutta la notte
ripercorrendo i passi fatti fin dal principio fino a quando sono svaniti nell’aria
cercando di capire come le nostre vite ci hanno condotto lì
Guardandoti dritto negli occhi non ci vedevo nessuna faccia conosciuta
che vuota sorpresa sentirsi da soli
Adesso certe parole mi escono facili ma so che non significano poi tanto
se penso alle cose che si dicono quando due amanti si toccano
Non hai mai saputo cosa ho amato in te non so cosa hai amato in me
forse il ritratto di qualcuno che tu speravi io fossi
Di nuovo sveglio, non posso fingere e so che sono solo e vicino alla fine
dei sentimenti che conoscevamo
Ma quanto ho dormito?
Ma per quanto tempo mi sono trascinato da solo nella notte?
Ma per quanto ho continuato a sognare che ce l’avrei fatta
da solo, ad occhi chiusi sforzandomi, con tutto me stesso
di essere quello di cui avevi bisogno? Sveglia, non posso più fingere
e so che sono solo e vicino alla fine di quel sentimento che conoscevamo
Ma quanto ho dormito?
Ma per quanto tempo mi sono trascinato da solo nella notte?
Ma per quanto tempo ho corso dietro a quel volo di mattina
attraverso le promesse sussurrate e nel mutare della luce
in quel letto dove stavamo noi due
in ritardo per il cielo?”.

Nessun commento:

Posta un commento